Diverse fonti rivelano che la tecnologia è fondamentale per perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale promossi dall’Unione Europea.
L’innovazione favorisce la decarbonizzazione; la consapevolezza sostiene il rinnovamento. Esploriamo insieme i futuri motori di crescita del sistema economico ed energetico europeo.
Il potere dei dati ambientali per supportare le politiche ambientali europee
La decarbonizzazione digitale è uno dei capisaldi del nuovo piano di economia circolare promosso dalla Commissione Europea. Uno strumento che si aggiunge alle già previste misure che l’Unione sceglie di adottare per consentire agli Stati membri di diventare al più presto nazioni ad emissioni zero (o quasi).
Strumenti digitali e tecnologie innovative diventano protagonisti di un piano efficiente; perché l’azione responsabile di imprenditori e cittadini spesso non basta a favorire la transizione energetica. Bisogna sfruttare il potere dei dati; attuare metodologie nuove e implementare sistemi capaci di fare rilevazioni reali ed esatte, lontane da quelle fatte finora in maniera manuale e superficiale.
Sfruttare il potere dei dati significa sfruttare la tecnologia e le soluzioni digitali, per favorire la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni atmosferiche nocive di settori europei fondamentali: economico, energetico e dei trasporti.
Tecnologia e consapevolezza: un binomio perfetto per la sostenibilità ambientale
Nell’ambito del manifesto per la sostenibilità digitale promosso dal Digital Transformation Institute è stato presentato il libro di Stefano Epifani “Perché la sostenibilità non può fare a meno della trasformazione digitale“.
La tecnologia ha già contribuito ampiamente a migliorare le nostre vite, la nostra quotidianità, il nostro lavoro, e continuerà a farlo.
Allora perché non impiegarla come strumento di sostenibilità?
” . . se la digitalizzazione è una scelta (talvolta obbligata) di un individuo o di una organizzazione orientata a cambiare un comportamento, la trasformazione digitale va molto oltre. Impone alle persone ed alle organizzazioni di riflettere sul senso di ciò che fanno. Per questo la digital transformation è rivoluzione di senso”.
È quanto l’autore esprime in merito alla trasformazione digitale, concetto – a suo parere – oggi abusato.
In sintesi, è l’atteggiamento delle persone che deve cambiare; ogni singola componente umana dell’impresa o dell’organizzazione può e deve saper sfruttare le potenzialità dell’innovazione tecnologica. È sbagliato subire passivamente il mutamento tecnologico, bisogna capirlo, affrontarlo, sfruttarlo. La consapevolezza è motore della transizione digitale.
Energy manager e audit energetico: la consapevolezza spinge verso la decarbonizzazione
Per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’inquinamento fissati al 2030 dalla Strategia Energetica Nazionale e dal più recente Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), l’Italia deve valorizzare la filiera nazionale, puntando sulla piccola scala, considerata la giusta dimensione per la penisola.
Si tratta di una delle deduzioni emerse dallo studio “Una strategia energetica per l’Italia” svolto da Federmanager in collaborazione con Aiee (Associazione Italiana economisti dell’energia).
Secondo i dati riportati in quest’analisi incentrata sugli sviluppi del settore energetico italiano in virtù della decarbonizzazione, si evidenzia che l’efficienza energetica risulta essere il settore più sviluppato.
Un risultato positivo garantito senz’altro da due importanti cambiamenti: la rivalutazione della figura dell’energy manager in ambito aziendale e l’obbligatorietà degli audit energetici, che consistono nell’individuazione analitica di tutti i consumi di energia presenti all’interno di un edificio con la conseguente valutazione di tutti quegli elementi che possono direttamente influire sul dispendio di energia.
Questi sono i fattori che spingono le imprese e le organizzazioni ad adeguarsi agli standard di efficienza, ottimizzando i consumi energetici interni e riducendo gli sprechi.
Le realtà imprenditoriali italiane si stanno misurando con l’implementazione di nuove tecnologie e con le sfide connesse alla sostenibilità ambientale; e il modo migliore per continuare a farlo è maturando maggiore consapevolezza.
Senza trascurare che è fondamentale lasciarsi guidare da figure professionali esperte del settore energetico, come l’energy manager che si occupa,tra le altre cose, del monitoraggio energetico delle imprese. Un profilo professionale che ad oggi rileva 2.300 posizioni attive, una crescita dal 4 al 6% per i settori obbligati alla nomina dell’energy manager ed una superiore al 15% per quelli non obbligati (dati Fire 2020).
Energy management e ISO 50001: un sistema di gestione dell’energia per la decarbonizzazione
Riduzione dei consumi e degli sprechi energetici, digitalizzazione, uso razionale di fonti e risorse sono solo alcune delle azioni fondamentali per conseguire gli obiettivi fissati nelle strategie politiche ambientali europee.
L’implementazione di un Sistema di Gestione dell’Energia, secondo gli standard fissati dalla norma internazionale ISO 50001, consente alle aziende di accedere ad un’energia pulita, affidabile e sostenibile.
Per questo motivo scegliere di avviare un nuovo percorso di digitalizzazione mirato alla sostenibilità rappresenta quasi un obbligo per le aziende di qualsiasi settore e dimensione.