Le proposte del WWF ai partiti politici per tutelare l’ambiente

A due settimane dall’apertura dei seggi elettorali in Italia, il WWF ha rilasciato un documento dal titolo “Elezioni politiche 2022: il tempo delle scelte sostenibili” che contiene proposte di diverso tipo, indirizzate al prossimo Governo. 

L’obiettivo é chiaro: provare a rendere l’Italia un Paese più sostenibile e garantire un futuro di sicurezza e benessere per tutti. 

Il Governo che uscirà vincitore da queste elezioni, salvo imprevisti, sarà chiamato a governare fino al 2027. Ed è chiaro che se non si agirà nel modo giusto, non sarà facile raggiungere gli obiettivi fissati da Agenda 2030, e ancor di più quelli fissati per il 2050.

La legislatura passata, infatti, non è riuscita ad incidere correttamente sulle emergenze ambientali del nostro Paese. Sicuramente ci sono stati dei passi in avanti, ma se guardiamo gli indicatori ambientali, la situazione non è certamente migliorata. 

Il WWF Italiainvita tutte le forze politiche ad alzare lo sguardo e a non cadere nel provincialismo: se la prospettiva economica e sociale è quella della sostenibilità, i prossimi anni dovranno necessariamente essere quelli della transizione. Ogni ulteriore ritardo costituirà un deliberato atto che metterà in pericolo l’ambiente in cui viviamo e di conseguenza la nostra sicurezza“.

È tempo di stabilire procedure certe che garantiscano l’applicazione del principio secondo cui i piani e i programmi che vengono posti in essere non devono arrecare danni significativi all’ambiente: un principio che dovrebbe essere già applicato per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il cui bilancio ambientale, però, al di là delle rendicontazioni presentate, è ancora da farsi. È tempo di fare quanto i precedenti Parlamenti e Governi non hanno fatto: assumere il parametro ambientale come baricentrico rispetto all’azione politico-amministrativa. Non possiamo più permetterci l’errore di separare la questione ambientale da quella economica, considerando la prima solo in funzione di un eventuale vantaggio economico“, concludono. 

Sono quattro gli interventi sollecitati dal WWF che Governo e Parlamento dovranno attuare subito

Il primo riguarda la biodiversità

L’Italia è un Paese ricco di biodiversità e ciò risulta essere un’arma in più contro i cambiamenti climatici. Nonostante tutto, la legislazione per la tutela dell’ambiente è ancora estremamente carente e frammentata. Per questo motivo, il WWF chiede l’introduzione di un Codice della Natura, che possa semplificare e innovare la legislazione sulla tutela della biodiversità. Per trovare una concreta attuazione del codice sarà necessario introdurre una figura di garante (Garante della Natura) che possa avere una visione d’insieme riguardo le iniziative da intraprendere e gli attori che ne prenderanno parte.

La seconda proposta riguarda una maggiore regolamentazione sul consumo del suolo. In Italia vengono cementificati circa 2 metri quadrati di suolo ogni secondo e sono oltre 20 mila i chilometri quadrati già cementificati, senza considerare lo spazio occupato dagli edifici che supera i 5mila chilometri quadrati

L’obiettivo sarebbe una legge sul consumo del suolo che tenda a ridurre a zero i nuovi spazi occupati, recuperando le aree urbane già edificate e successivamente abbandonate. 

Continuando, il WWF chiede che venga inquadrata una vera e propria legge sul clima come negli altri Paesi europei. In questo caso, gli obiettivi da raggiungere sono ben noti, dunque non resta altro che colmare la distanza che esiste tra la comunità scientifica e l’azione politica. Una legge sul clima servirebbe per programmare azioni a medio e lungo termine per frenare l’innalzamento delle temperature e per puntare alla neutralità climatica entro il 2050.

In ultimo, ma non per importanza, il WWF chiede reale applicazione dei principi contenuti all’interno degli articoli 9 e 41 della nostra Costituzione che si riferiscono espressamente alla tutela degli ecosistemi e dell’ambiente. Questi principi, per trovare utilità, dovranno essere tramutati in norme vere e proprie che possano gestire il conflittuale rapporto tra l’iniziativa economica e i danni che quest’ultima può apportare all’ambiente e soprattutto creare un sistema di prevenzione per il rispetto della natura e del benessere dei cittadini. 

L’appuntamento con le urne è il 25 Settembre e attualmente sono in pochi a essersi interessati in maniera adeguata al problema ambientale. L’auspicio è che, chiunque ne esca vincitore, sappia ascoltare il parere della comunità scientifica e riesca a creare un solido percorso per la tutela ambientale.

Il cambiamento climatico  è un problema quanto mai attuale, non una minaccia per il futuro. Un problema che non possiamo più permetterci di ignorare. Ora è il momento per l’Italia, e per tutti i Paesi del mondo, di creare un piano comune per contrastare i cambiamenti climatici e di aderire alla più grande rivoluzione della storia recente.

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