Green Talks: Too Good To Go, l’app che combatte lo spreco alimentare

Green Talks è un format che si propone di raccontare le storie di startup, imprese virtuose, e personalità che si sono distinte nel campo della sostenibilità ambientale e dell’innovazione digitale.

Per il nostro decimo appuntamento abbiamo scelto di intervistare Arianna Scroppo e Davide Lotto, Marketing Special di Too Good To Go, un’applicazione da oltre 50 milioni di utenti nata in Danimarca nel 2015 per combattere lo spreco alimentare.

Cos’è Too Good To Go e come nasce? Da quale background provengono i founder?

Too Good To Go è un’applicazione contro lo spreco alimentare gratuita e molto semplice da usare. L’obiettivo è quello di mettere in contatto i negozianti che hanno degli invenduti, con clienti che vogliano acquistare prodotti a prezzi molto contenuti. Come detto, Too Good To Go è molto facile da usare: il negoziante mette in vendita i suoi invenduti tramite l’app e il cliente potrà prenotare e passare a ritirare la sua Magic Box spendendo un terzo di quanto avrebbe speso normalmente. L’idea è nata nel 2015 in Danimarca da un gruppo di studenti e si è subito diffusa negli altri Paesi europei: prima Svizzera ed Austria, poi UK e Francia. Ad oggi il servizio è presente in 15 Paesi in Europa più Canada e Stati Uniti.”

Volendo tracciare un profilo, qual è il target a cui Too Good To Go si riferisce?

“Il nostro servizio non è diretto a un segmento specifico di clientela, ma è facilmente intuibile che riesca ad attecchire maggiormente su utenti già di per se sensibili a tematiche ambientali e di spreco alimentare. In ogni caso la fascia di clientela più attiva è quella tra i 20 ed i 40 anni, presumibilmente è quella che ha più dimestichezza con i mezzi tecnologici e che ha più a cuore i problemi ambientali. La nostra clientela comunque si presenta molto varia ed eterogenea, in linea con la nostra mission: arrivare a tutti, dai più giovani fino a quelli più in là con gli anni.”

Come funziona il sistema di affiliazione e quali sono i principali vantaggi che un’attività riscontra diventando partner? 

“Per quanto riguarda i nostri partner, esistono due modi per entrare in piattaforma. I negozianti possono contattarci per aderire ed entrare a far parte di Too Good To Go, o in alternativa ogni giorno un team di nostri esperti lavora per espandere la nostra influenza.

Parlando dei vantaggi, in primis Too Good To Go permette ai commercianti di valorizzare al massimo i propri prodotti e le proprie risorse garantendo loro una nuova vita. Poi ci sono da considerare tutti quei vantaggi “indiretti” che l’app porta ai suoi partner: un’enorme visibilità dovuta alla nostra piattaforma con milioni di utenti, e, non meno importante, un riconosciuto impegno ambientale.

Il nostro modello Win-Win-Win risulta funzionante perché da questa operazione escono vincitori sia chi acquista che chi vende, ma soprattutto l’ambiente.”

L’industria del food rappresenta uno dei settori più inquinanti al mondo. Come dovrebbero comportarsi e quali azioni dovrebbero compiere – secondo la vostra opinione – le aziende del settore? 

“È bene chiarire che lo spreco alimentare, nonostante nel nostro Paese avvenga principalmente tra le mura di casa, interessa tutti i livelli della filiera produttiva.

Il nostro sistema ci permette di occuparci concretamente soltanto degli sprechi scaturiti dalla vendita al dettaglio, ma abbiamo incominciato con campagne mirate alla sensibilizzazione dei consumatori e non solo.

Proprio il mese scorso, abbiamo festeggiato il primo anniversario del “Patto contro lo spreco alimentare”, un’iniziativa in collaborazione con altre 23 aziende del settore che si sono messe in gioco sia con azioni concrete che con azioni di sensibilizzazione. Al termine di questo primo anno, abbiamo pubblicato un Impact Report per rendere palese come il nostro impegno e quello delle aziende che hanno collaborato si sia tramutato in numeri veramente incoraggianti, e speriamo di continuare su questa strada.  È molto difficile provare a dire cosa le altre aziende dovrebbero fare per migliorare questa situazione perché ciò che ci è venuto in mente stiamo già provando ad applicarlo: è bene però ricordare che ci vorrebbe maggiore consapevolezza su determinati temi, a partire dagli imprenditori fino al cliente finale, senza dimenticare ovviamente i dipendenti.”

Quali sono gli obiettivi e le aspirazioni per il futuro? 

“Innanzi tutto continuare con le iniziative e i progetti che stiamo proponendo – come il “Patto contro lo spreco alimentare” ed “Etichetta Consapevole” – sarebbe già una grande soddisfazione. Chiaramente un nostro grande obiettivo è un’espansione ancora più capillare su tutto il territorio nazionale: ad oggi siamo presenti in più di 80 città e 500 comuni ma vogliamo andare oltre.

Infine, il prossimo passo che abbiamo in mente sarebbe quello di iniziare a collaborare con le istituzioni – in particolare università e scuole – per raggiungere i più giovani fin dai primi anni scolastici, così da educare i consumatori del domani ad un consumo più consapevole e responsabile.”

Articolo precedenteLa nuova sfida di Amazon: Launchpad Sustainability Accelerator
Articolo successivoL’Onu a lavoro per un nuovo accordo globale sulla plastica