Barilla per l’ambiente: la cottura passiva e il passive cooker

Barilla-per-l-ambiente-la-cottura-passiva-e-il-passive-cooker.

Si può cuocere la pasta in soli due minuti? La risposta che tutti darebbero è no, ma Barilla è arrivata a dirci il contrario. 

Nei giorni scorsi, Barilla ha fatto tanto parlare di sé, poiché ha consigliato ai suoi consumatori la pratica della cottura passiva. 

La cottura passiva è un metodo alternativo per cucinare la pasta risparmiando energia e riducendo le emissioni fino all’80%. Consiste semplicemente nello spegnere il fornello dopo due minuti di normale cottura, e far proseguire la cottura coprendo la pentola con un coperchio. 

Ovviamente non tutti i tipi di pasta rispondono allo stesso modo e per questo, Barilla ha fornito una tabella aggiornata di tutti i suoi prodotti: accanto al normale tempo di cottura, apparirà anche quello relativo alla cottura passiva.

Ma non è finita qui. La multinazionale italiana ha lanciato anche un nuovo prodotto, ma questa volta non si tratta di pasta: il Passive Cooker. Si tratta di un dispositivo smart che ci farà da guida per la cottura passiva; un piccolo ovale rosso da associare allo smartphone e da posizionare sul coperchio della pentola. Il dispositivo segnala quando l’acqua bolle, quando è il momento di spegnere il fuoco e quando quello di scolare la pasta. Per funzionare c’è bisogno dell’app esclusiva associata, disponibile sia su Android che Apple. 

Barilla ha spinto questa nuova iniziativa con una campagna social molto intensa per incoraggiare i consumatori «a prendere parte a una rivoluzione ecologica e a compiere un piccolo gesto d’amore per il pianeta». 

Se questa nuova metodologia di cottura della pasta fosse accolta da tutti e applicabile in larga scala, potrebbe rappresentare una svolta. Considerando che ogni giorno sul nostro Pianeta vengono servite circa 400 milioni di porzioni di pasta, se anche solo la metà fossero preparate utilizzando la cottura passiva, ci troveremo di fronte a grandi risparmi in termini economici e ambientali. 

Soltanto qualche mese fa, Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica, aveva suggerito tramite la sua bacheca Facebook una tecnica di cottura simile a quella proposta da Barilla. La sua proposta non fu presa in considerazione, e, al contrario, attirò le antipatie e le prese in giro sul web. La platea degli chef stellati si dimostra ancora fortemente divisa sull’argomento. Qualcuno la trova una buona soluzione che affonda le radici nella tradizione dei nostri antenati, mentre qualcuno rimane convinto che questa tecnica funzioni a discapito del gusto.

La speranza è quella di non trovarsi di fronte all’ennesima trovata pubblicitaria che si spegnerà dopo aver esaurito la benzina, e che questa nuova iniziativa di Barilla possa portare a cambiamenti e risultati per salvaguardare l’ambiente, arginare il caro bollette e instillare un nuovo modo di intendere la cucina.

Articolo precedenteLe proposte del WWF ai partiti politici per tutelare l’ambiente
Articolo successivoTecno lancia CO2O: il primo marketplace di crediti di carbonio e opere di mecenatismo