Il percorso delle imprese verso la supply chain sostenibile

Visto l’infelice periodo storico che tutti noi stiamo vivendo è diventato sempre più importante per un’azienda sapersi rilanciare e, quando necessario, reinventarsi. Per questo motivo, sono sempre di più i metodi messi in atto dalle imprese per aumentare la propria competitività sui mercati locali, nazionali e internazionali.

Ad esempio il Procurement è il “processo di ricerca e accettazione di termini e acquisizione di beni, servizi o lavori da una fonte esterna”, che avviene spesso tramite una procedura di gara o di offerta competitiva. 

Se l’impresa riesce a mettere in atto un’attenta fase di procurement può aumentare la sua competitività. Questo processo, infatti, è essenziale per garantire il rispetto degli equilibri finanziari ed economici di un’organizzazione. Per ottimizzare i costi, quindi i processi d’acquisto, chi si occupa del Procurement deve analizzare diverse variabili che caratterizzano la fase di approvvigionamento, come reperibilità, deperibilità, logistica, trasporto, continuità della fornitura e aspetti contrattuali.

Procurement e sostenibilità

Il processo di Procurement è sostenibile se si adottano ed integrano i principi di Responsabilità sociale d’impresa (RSI) nei processi di approvvigionamento e nelle decisioni aziendali. 

La sicurezza e la sostenibilità della supply chain sono ormai diventate tanto importanti quanto la qualità delle materie prime. Per le imprese di tutto il mondo, infatti, avere una catena della fornitura sostenibile sta diventando una priorità, rientrando tra i fattori determinanti per il successo del business, indipendentemente da dimensione e settore di appartenenza. Con un approvvigionamento sostenibile, si massimizzano gli impatti economici, sociali ed ambientali lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti e servizi acquistati e si minimizzano gli impatti negativi. 

Per avere una supply chain sostenibile è necessario un sistema di qualificazione dei fornitori che valuti accuratamente non soltanto aspetti tecnici, economico-finanziari, legali e di onorabilità di coloro che si occuperanno dell’approvvigionamento, ma anche elementi relativi a salute, ambiente, sicurezza e diritti umani. 

Negli ultimi anni, questi temi hanno trovato una sempre maggiore integrazione in ogni fase del processo di Procurement. Si è rafforzata l’importanza della figura dell’HSE Manager – Health, Safety & Environment – che si occupa della gestione degli aspetti legati a Salute, Sicurezza e Ambiente nell’ecosistema aziendale. Inoltre, è stato definito un documento contrattuale unico (HSE Terms) che disciplina gli obblighi del fornitore in relazione a questioni di salute e sicurezza.

Secondo EcoVadis, azienda che si occupa di valutazioni e rating di sostenibilità su scala mondiale, un Procurement Sostenibile deve essere considerato dalle organizzazioni una priorità strategica nella definizione dei piani di breve, medio e lungo periodo. EcoVadis ha pubblicato la quarta edizione del suo report annuale Business Sustainability Risk&Performance Index, il cui obiettivo è effettuare un’analisi della Sostenibilità delle catene di approvvigionamento globali. A questa analisi hanno partecipato oltre 40mila aziende di varie dimensioni (grandi, medie e piccole), appartenenti a diversi settori di attività (industria leggera, pesante e avanzata, food and beverage, edilizia, commercio all’ingrosso, trasporti, ICT, finanza, settore legale e consulenza) e con operation dislocate in cinque diverse Regioni geografiche. 

Per esprimere il rating di Sostenibilità del processo e delle funzioni di Procurement, si vanno a considerare alcune macro-aree di valutazione che riguardano sostanzialmente tematiche legate all’ambiente (con una specifica attenzione al consumo energetico e di risorse sia di processi operativi sia di ciclo vita del prodotto), lavoro e diritti umani (salute e sicurezza del lavoratori, condizioni dell’ambiente di lavoro, sfruttamento del lavoro minorile, attenzione alle tematiche di diversity e di discriminazione), etica (corruzione, comportamenti non competitivi) e approvvigionamento sostenibile (con riferimento alle prassi ambientali e sociali adottate dai fornitori).

In una prospettiva sostenibile, il Procurement è in grado di generare una serie di vantaggi tra i quali: l’immagine del brand e la reputazione aziendale, l’opportunità di ridurre i costi operativi e gli impatti ambientali attraverso la valorizzazione di partnership e collaborazioni e la creazione di un vero e proprio vantaggio competitivo nel momento in cui i consumatori percepiscono e valutano positivamente la presenza di una supply chain responsabile e sostenibile. Tutto questo si traduce, inoltre, in un accesso più agevole e facilitato alle fonti di capitale e di finanziamento

Nonostante alle aziende convenga essere sostenibili, la progettazione e la realizzazione di un Procurement sostenibile presentano una serie di difficoltà da non sottovalutare, prima su tutte l’espansione di standard e di parametri di valutazione difficilmente quantificabili, che possono rendere difficile una comparazione tra diverse realtà, inoltre la mancanza di un sistema di informazioni e indicatori strutturato. Non mancano altre sfide di tipo organizzativo, legate soprattutto alla necessità di attivare un processo di change management all’interno della realtà aziendale ed all’impegno attivo che deve essere dimostrato dai diversi fornitori che fanno parte della supply chain. Si tratta di intraprendere un percorso virtuoso che lavora in ottica di continuità.

L’impegno italiano ed europeo verso il Procurement sostenibile

Sempre più aziende in Italia stanno intraprendendo un percorso virtuoso verso un Procurement sostenibile. Sembra proprio che il sistema produttivo italiano stia ottenendo ottimi risultati e nel complesso le aziende europee stanno conseguendo, in tal senso, prestazioni significativamente migliori rispetto alla media globale. 

Tuttavia, l’assenza di attività di due diligence sulle modalità di svolgimento delle attività da parte dei fornitori e sui presidi di controllo in essere e la mancanza di una preparazione adeguata in materia di salute e sicurezza rende difficoltosa e non totalmente oggettiva la valutazione. 

L’Italia è riuscita a registrare un miglioramento della performance di sostenibilità tra i più alti d’Europa, specialmente grazie al contributo fornito dalle imprese sulle tematiche ambientali, cui sono subito seguite quelle su lavoro e diritti umani, complici su questi anche i requisiti normativi stringenti dettati dal D.Lgs 81/08 in materia di salute e sicurezza del lavoro e dal D.Lgs 231/01 in tema di responsabilità amministrativa degli enti.

Pur nelle numerose difficoltà tipiche dell’avvio e del proseguimento di un percorso virtuoso volto a lavorare in modo sostenibile nelle complesse catene del Procurement, le aziende stanno iniziando a raccogliere i primi frutti di un cammino che può creare un valore nel tempo davvero imprescindibile.

Enel: la leadership nel Procurement sostenibile

Enel, realtà presente da 15 anni nel Dow Jones World Sustainability Index, che valuta le prestazioni di sostenibilità di migliaia di aziende quotate in borsa, si trova stabilmente ai primi posti delle classifiche delle società più sostenibili al mondo. Una serie di riconoscimenti hanno certificato la leadership di Enel anche nel campo del Procurement sostenibile. L’azienda è stata l’unica del settore delle utility a qualificarsi per la finale al World Procurement Awards di Londra (con il progetto “Procurement Transformation”). Inoltre, Enel ha vinto il “Procurement Award 2019”, il più prestigioso premio italiano del settore,  nelle categorie Best practice negoziali e Sviluppo competenze negli acquisti.

La società ha realizzato una catena di fornitura sostenibile, che sposa i concetti di  economia circolare, innovazione digitale e si basa sulla condivisione di valori ed obiettivi con i fornitori. Il Gruppo Enel ha definito i fattori “K di sostenibilità”, che sono legati ad aspetti sociali, ambientali, di salute e sicurezza, e di economia circolare. 

Tra i fattori K ambientali troviamo, ad esempio, il calcolo della Carbon Footprint (CO2 equivalente ai sensi della norma ISO 14067), le relative azioni di mitigazione e l’utilizzo di veicoli ecologici a basse emissioni. Tra i fattori K su salute, sicurezza e responsabilità sociale ci sono l’impegno a sviluppare progetti di utilità sociale, l’assunzione di n

uovo personale qualificato in corsi di formazione sponsorizzati da Enel o in stato di disoccupazione, cassa integrazione e mobilità o giovani al primo impiego.

Dall’economia lineare a quella circolare

La strategia del Circular Procurement di Enel è stata lanciata nel 2018 con l’obiettivo di acquistare beni, lavori o servizi che si pongano l’obiettivo di ridurre o evitare gli impatti ambientali e la creazione di rifiuti durante il loro ciclo di vita.

Il progetto “Circular Economy Initiative for Suppliers’ Engagement”, coinvolge circa 200 fornitori a livello globale su 12 categorie merceologiche che oggi rappresentano più del 60% della spesa per acquisto di materiali. L’iniziativa si basa sull’adozione della dichiarazione ambientale di prodotto (EPD) con l’obiettivo di quantificare, certificare e comunicare in modo oggettivo gli impatti generati nell’ intero ciclo di vita delle forniture (consumo di acqua, emissioni di CO2, impatto sul suolo, eccetera). Inoltre, l’utilizzo di un strumento informatico permette l’aggregazione dei dati e la definizione di benchmark di settore e target di miglioramento.

Il nuovo processo di Supplier Performance Management, gestito su WeBUY, la piattaforma del procurement di Enel, ha come obiettivo quello  di valutare e monitorare periodicamente i fornitori, lungo tutto il processo di acquisto (dall’assegnazione del contratto e durante tutta la sua vigenza) nei sistemi di gestione dei business Enel e nell’app Enel Track & Rate (TnR).

Tutto ciò consente ad Enel di misurare l’impatto del proprio business sulle risorse del pianeta e di mitigarlo anche attraverso azioni di verifica e miglioramento dell’eco-efficienza del ciclo produttivo. 

Enel è la perfetta dimostrazione di come il rispetto dell’ambiente e del pianeta non rappresenti un limite o un freno per il proprio business plan ma una risorsa preziosa da sfruttare per qualsivoglia tipo di piccola, media o grande azienda.

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