Il settore agricolo, nei paesi di tutto il mondo e soprattutto nel nostro, rappresenta ancora un’importante risorsa per le economie nazionali ed è un mondo in continua evoluzione. Ad esempio le coltivazioni fuori suolo rappresentano una pratica sempre più diffusa, grazie alla quale è possibile coltivare riducendo la quantità di suolo utilizzata ed effettuando un maggiore controllo delle colture. Nello specifico, il vertical farming utilizza un tipo di coltura detta idroponica, dove le piante vengono coltivate in una soluzione di acqua e minerali riducendo i consumi idrici fino al 90% rispetto alle tecniche di coltivazione tradizionali.
Proprio in Italia negli ultimi anni sono nate alcune realtà imprenditoriali fondate su nuove tecniche di coltivazione che puntano a ridurre gli sprechi e ottimizzare il rendimento.
Planet Farms alle porte di Milano
Planet Farms è una startup che nasce alle porte di Milano, precisamente a Cavenago, da un’idea di Luca Travagnini e Daniele Benatoff e consiste in una vertical farm deputata alla produzione di insalata in foglia ed erbe aromatiche. La struttura supera i 9 mila metri quadrati e quando verrà ultimata, sarà ufficialmente la vertical farm più grande d’Europa. All’interno dello stabilimento verrà riprodotta l’intera filiera, ciò significa che ne entrerà un seme e ne uscirà un prodotto confezionato e pronto ad essere immesso nel mercato. La peculiarità di questo metodo produttivo sta nel fatto che la produzione va avanti 365 giorni all’anno senza sprechi, scarti o pesticidi e inoltre i prodotti presentano elevati apporti nutrizionali. Proprio grazie a queste innovazioni che Planet Farms ha portato al mondo agricolo, l’11 Marzo scorso la startup è stata premiata da Confagricoltura con il Premio Nazionale per l’Innovazione in Agricoltura.
I pomodori pugliesi a residuo zero
Da Milano si passa a Bari, per la precisione a Monopoli, dove i fratelli Lapietra gestiscono una produzione in serra tra le più avanzate in Europa. Nella serra dei fratelli Lapietra vengono coltivati pomodori a residuo zero e nichel-free, ciò significa che è necessario un enorme lavoro di monitoraggio sia sulle loro produzioni sia sulle terre dei loro confinanti. Le serre si estendono per circa nove ettari e sono interamente illuminate da luci a led e la temperatura varia a seconda della necessità delle piante grazie ad un sistema multi-variabile. Tutto ciò, però, è reso possibile da un sistema di irrigazione “intelligente” che permette un enorme risparmio idrico. Il sistema di irrigazione si adatta ai bisogni delle piante e si attiva dalle 20 fino alle 40 volte ogni giorno utilizzando piccole quantità di acqua, riducendo a zero gli sprechi.
Il mercato di riferimento dei pomodori dei fratelli Lapietra è principalmente il Sud Italia ma c’è molta richiesta anche da alcuni Paesi esteri come Svizzera e Austria.
E se pensate che i metodi di coltivazione che abbiamo visto finora sono rivoluzionari, allora rimarrete ancora più colpiti dalle coltivazioni che sfruttano la tecnologia aeroponica facendo crescere le piante a radice libera.
Air Floating: le piante che crescono a radice libera
Se fino ad ora abbiamo parlato di serre idroponiche, è giusto ricordare che non è l’unica tecnologia che si sta rivelando vincente in Italia nel settore agricolo. Ad esempio, Edo Radici Felici progetta e produce impianti fuori suolo basati su tecnologia aeroponica. Il progetto pilota è iniziato in un capannone in zona industriale a Quarrata, in provincia di Pistoia, dove le piante crescono a radice libera e vengono alimentate nebulizzando acqua e sostanze nutritive. Inoltre, le coltivazioni che sfruttano la tecnologia idroponica hanno il vantaggio di essere meno sensibili ai fenomeni di ipossia radicale e si prestano meglio a coltivazioni di tipo intensivo grazie alla riduzione dei tempi della fase di raccolta.
Questo progetto nasce però con un obiettivo molto più ambizioso, avvicinare i luoghi di produzione a quelli di vendita e consumo, magari utilizzando strutture già esistenti o addirittura in disuso.
La coltivazione fuori suolo sembra essere il futuro del settore non solo nel nostro Paese: secondo le stime il valore del mercato mondiale dell’agricoltura verticale raggiungerà i 10 miliardi entro il 2025. Scegliere la coltivazione fuori suolo significa ottimizzare le proprie risorse, riducendo i rischi legati alla contaminazione dei prodotti, scegliendo per il bene della propria azienda e del Pianeta.