Climate Pledge Friendly: il “modello commerciale sostenibile” di Amazon

Amazon ha da poco deciso di introdurre la Climate Pledge Friendly e imporre, ai partner commerciali interessati, il conseguimento di almeno una delle certificazioni ambientali che attesti la sostenibilità dei prodotti.

Climate Pledge Friendly: un segno di riconoscimento per i prodotti sostenibili

l colosso statunitense Amazon definisce il rispetto dell’ambiente un requisito imprescindibile per il posizionamento sul mercato.

Grazie alla Climate Pledge Friendly, le aziende interessate a vendere tramite piattaforma Amazon possono dimostrare il basso impatto ambientale dei propri prodotti/processi e, allo stesso tempo, i clienti possono scegliere tra una vasta gamma di articoli contrassegnati come eco-friendly. Jeff Bezos, CEO e fondatore del marketplace, ha spiegato come questa iniziativa debba rappresentare uno sprone sia per le aziende che per i consumatori.

“Questo progetto ha come obiettivo quello di aiutare i clienti nello scoprire articoli più sostenibili e incoraggiare i marchi a produrre prodotti più eco”.

Il colosso americano che ha rivoluzionato il mondo del retail segnala ai consumatori i prodotti eco-friendly con un simbolo ad hoc, la clessidra alata, che unisce i prodotti (appartenenti ad ogni categoria) che rispettano i parametri di sostenibilità imposti.

I venditori Amazon che intendono prendere parte a questa iniziativa sono vincolati al conseguimento di almeno una delle certificazioni di sostenibilità elencate dal marketplace. Insieme alla lunga lista di certificazioni presenti sul sito, ne compare anche una nuova, creata appositamente da Amazon: la Compact by Design.  L’etichetta made in Amazon si basa su un requisito molto semplice: la compattezza del design. Rendere il confezionamento di un prodotto più compatto, oltre a facilitare le pratiche di spedizione, significa evitare sprechi, e di conseguenza, su larga scala, ridurre significativamente le emissioni di CO2.

L’etichetta Climate Pledge Friendly è una delle tante attività intraprese da Amazon; si tratta però soltanto di un piccolo tassello del “The Climate Pledge”, il piano strategico volto al raggiungimento di più obiettivi in ambito ambientale, tra i quali: la carbon neutrality, ovvero la riduzione delle emissioni di CO2, portandole a zero entro il 2040, e il raggiungimento del 100% di energia rinnovabile entro il 2025. Inoltre, prevede investimenti fino a 100 milioni di dollari in progetti di riforestazione in tutto il mondo e l’utilizzo di un fondo, anche questo istituito ad hoc,  – The Climate Pledge Fund – rivolto alle imprese/aziende che tramite i propri prodotti/servizi contribuiscono allo sviluppo di un’economia a basse emissioni di carbonio.

Carbon Trust: sostenibilità ambientale e crescita economica possono camminare insieme

Carbon Trust è il nome dell’associazione no-profit nata nel 2001 per aiutare le organizzazioni a ridurre le proprie emissioni di carbonio in atmosfera. L’associazione ha sede a Londra, ma è presente in tutto il mondo. La sua mission è quella di favorire e accelerare il passaggio ad un’economia a basso impatto di emissioni di GHG, per far sì che la sostenibilità ambientale e la prosperità economica possano camminare mano nella mano.

Certificazioni di sostenibilità: Carbon Trust Standard e Reducing CO2

Nel 2008 Carbon Trust introduce il Carbon Trust Standard, un marchio di qualità dedicato alle organizzazioni che vogliono dimostrare il rispetto degli standard ambientali. Questa certificazione – oggi presente a livello internazionale – viene conferita alle sole realtà capaci di ridurre – e testimoniare – le proprie emissioni anno dopo anno.

L’etichetta Reducing CO2 di Carbon Trust mostra, invece, che l’impronta di carbonio del prodotto si sta riducendo di anno in anno. Questa è tra le certificazioni di sostenibilità che Amazon accetta per beneficiare dei vantaggi della Climate Pledge Friendly.

Cosa deve fare un’azienda per ottenere queste certificazioni?

  1. Raccogliere tutti i dati relativi alle proprie emissioni
  2. Predisporre la documentazione che descrive la strategia di gestione e di riduzione delle emissioni
  3. Inviare il tutto all’ente di certificazione​

Non solo Amazon, anche altri marketplace verso una svolta green

Amazon non è il solo marketplace o brand che impone ai propri partner il conseguimento di una certificazione di sostenibilità. Zalando, ad esempio, esige il superamento di un esame di sostenibilità. Il gigante tedesco della moda ha stabilito che entro il 2023 i brand che non si saranno adeguati al cosidetto Higg Index saranno fuori dalla piattaforma. Questo esame non è altro che un questionario autovalutativo riguardo la sostenibilità di un’azienda formato da 250 domande che affrontano vari temi, come le condizioni di lavoro o l’utilizzo di acqua e sostanze chimiche.

Con il passare del tempo l’attenzione dei consumatori si è spostata prevalentemente verso i marketplace online: comprare sul web è semplice,veloce ed estremamente comodo. Per questo motivo è importante che i consumatori possano accedere velocemente alle informazioni riguardanti un prodotto, e oggi quelle legate all’impatto sui cambiamenti climatici sono senz’altro le più desiderate.

 Inoltre, agevolare l’accesso a questo tipo di nozioni significa spostare i mercati verso pratiche più sostenibili: è molto importante che i colossi del retail online stiano dando il buon esempio pretendendo da rivenditori e fornitori un approccio più green.

Articolo precedenteDigitalizzazione e sostenibilità: processi virtuosi per la ripresa delle PMI
Articolo successivoNautica sostenibile: tra i segreti per ridurre l’inquinamento marino